Per una lira io vendo tutti i sogni miei per una lira ci metto sopra pure lei

Le canzoni di Lucio Battisti

Ciao amici. Qualche anno fa, oggi, moriva Lucio Battisti. Io ogni anno faccio un gioco. Decido la mia canzone preferita di Lucio Battisti. Faccio il tabellone con le teste di serie e gli scontri diretti. Le riascolto ogni volta come se mai prima. E alla fine decido. Lo so, è un gioco scemo. Oh, ognuno.
La scelta è sempre complicata, il catalogo è sterminato, sapete. L’anno scorso, alla fine l’aveva spuntata questa (“La solitudine si paga in lacrime e l’ho pagata anch’io”). Quest’anno, senza motivo, al primo posto, con grande distacco, c’è Per una lira, la prima canzone in assoluto scritta da Lucio Battisti. Così racconta lui stesso, giovane e lazialissimo (“Chi è là?”) allo Speciale per voi di Renzo Arbore.
Dunque Per una lira. Non tanto nella “versione del 45 giri“, quanto in quella probabilmente successiva, con un arrangiamento che ancora oggi, lèvate. Ovviamente, come tutte le canzoni di Lucio Battisti, il testo non significa assolutamente niente, e quindi significa tutto. Nel senso che ognuno ci può mettere dentro quello che vuole, che poi secondo me è la forza imperitura delle canzoni di Lucio Battisti: “Amico caro, se c’è qualcosa che non va, se ho chiesto troppo, tu dammi pure la metà”. Va bene. Ciao amici, è settembre, è Lucio Battisti.


18 Replies to “Per una lira io vendo tutti i sogni miei per una lira ci metto sopra pure lei”

  1. "Ovviamente, come tutte le canzoni di Lucio Battisti, il testo non significa assolutamente niente, e quindi significa tutto. Nel senso che ognuno ci può mettere dentro quello che vuole, che poi secondo me è la forza imperitura delle canzoni di Lucio Battisti"

    Questa è tua, o è una rielaborazione di qualcosa detta da qualcuno? No, perché è un concetto che volevo esprimere da anni, ma non ero mai riuscito a farlo così chiaramente.
    Bello comunque il gioco, io non ne sarei capace: ce ne sono alcune che magari mi piacciono meno che però sono dei classiconi talmente incredibili che non riesco a scartare e altre che magari sono meno belle ma così avanti e a cui sono talmente affezionato da amare più dei classiconi.
    Per dire, "Le tre verità" e "Insieme a te sto bene". Ma davvero sono più belle, che so, di "Pensieri e parole"? Mh.
    E i dischi con Panella? (Bisogna sempre specificarlo, per far capire che hai studiato) Però son belli davvero.

    eph.

  2. *Eph: il concetto è mio, fresco fresco di pensiero 🙂  (ma ovviamente da qualche parte qualcun altro lo avrà formulato con altre parole)

    Proprio per l'impossibilità di stabilire "quale sia migliore" ogni anno ne decido una diversa. Così non mi stufano. I dischi con Panella sono un enorme buco nero che prima o poi ognuno di noi dovrà affrontare.

  3. Io i dischi di Panella li ho affrontati, forse paradossalmente anche più dei primi (che son raccolte di singoli e non dischi veri, e proprio per questo ho sempre fatto fatica ad ascoltarli dall'inizio alla fine).

    Mi ricordo che il giorno in cui Battisti morì: Mtv mandò ogni ora il video di "Hegel" (probabilmente l'unico di cui disponevano) ed era assolutamente straniante vedere che Battisti fosse celebrato in quel modo, con un brano totalmente fuori dai canoni.
    E mi ricordo la prima volta che ascoltai "Hegel" alla radio, avevo 11 anni e mio fratello disse "Battisti è impazzito", io però non avevo capito che era impazzito in senso metaforico ma avevo creduto che fosse davvero pazzo rinchiuso in manicomio (d'altronde alcune strofe lo potrebbero far pensare tuttora che ho un minimo di cervello, figuriamoci quand'ero bimbo).

    A parte tutto (e poi la smetto, che vado fuori tema), i dischi con Panella sono incredibili: purtroppo hanno dei suoni che sono molto invecchiati col passare del tempo (come molti altri dischi, anche stranieri, di quel periodo) e che li rendono distanti, quando in realtà non lo sono per niente. Dimostrano comunque (ancora di più, se possibile) la grandiosa grandezza di Battisti, che ha fatto davvero di tutto sbattendosene di tutto e tutti.

    eph.

  4. *Eph: io ancora rimando l'approfondimento, mi hai fatto quasi venire voglia di farlo subito, oggi. Tornando alla pazzia: beh, a me pareva uno dei tanti sottotesti non detti ogni volta che negli anni '90 il mainstream parlava dell' "Isolato" Lucio Battisti.

  5. Se davvero ti viene voglia, ti consiglio di partire da "Don Giovanni" e "Hegel", che sono i due estremi, e poi recuperare dopo quelli in mezzo (meno belli e un po' più ripetitivi). Io invece non ho mai trovato il coraggio di ascoltare "E già", un po' perché mi sta sulle balle la moglie (e mi inquieta lo pseudonimo Velezia), un po' perché temo che sia davvero brutto.

    eph.

  6. Per citarne tre:
    – La luce dell'est;
    – La collina dei ciliegi
    – Questo inferno rosa

    P.s: Quoto la frase che hai scritto per descrivere Battisti 😉

    New_AMZ

  7. Io sono un gran appassionato di Ska.

    Pero' a volte mi sembra che la Palmizzazione dei capolavori della musica italiana, se da un lato avvicinano il pubblico al genere, dall'altro ne rovinano le origine dal calipso e la tipica musica in levare, quindi allegra (mentre le canzoni italiane sono sempre un tema triste).

    Fanno un po' l'effetto ciuri ciuri: che tutti pensano sia trullalleru trullalerolalla' mentre in realta' contiene le considerazioni di un uomo anziano e un teschio, sul significato della vita e della morte…..altro che trullalleru trullalerolalla'.

  8. Anni fa, diciamo una ventina, avevo appena cominciato il liceo e sentii un tizio dire che amava i dischi di Battisti-Panella e non quelli di Battisti-Mogol. Pensai che era tutto un atteggiamento, io amavo Battisti, non avevo mai ascoltato i dischi con Panella, quella mi sembrava la frase di uno buono solo a farsi bello.

    Anni dopo mi capitò in mano Hegel, la cassettina, la ascoltai una volta e la buttai in un cassetto, chè mi sembrava non valesse davvero niente. E tornai a Battisti-Mogol.

    Poi, una domenica, dovevo uscire di fretta e non riscivo a decidere cosa mettere nell'walkman, e alla fine raccattai quella cassettina, che era ferma all'inizio del lato b (il che significa che al primo ascolto nemmeno l'avevo terminata) e uscii di casa. Ora pare esagerato da dire, ma quel giorno tutto il mio modo di ascoltare la musica cambiò: la canzone era "La moda nel respiro", molto ostica all'inizio, con una struttura in tre atti che rifiuta strofe e ritornelli, e che a un certo punto, sul finale, si apre in uno dei segmenti melodici che, tra le decine di migliaia di canzoni che conosco, resta in un suo olimpo, quel falsetto su quella coppia di accordi di settima maggiore che dice: "mi dici il mezzogiro, quello che va di moda sui tuoi fianchi" e da lì in poi, in una dimensione onirica, "le studentesse e gli studenti rapinatori del momento d'oro"…

    Quel giorno cambiò tutto, la canzone immediatamente successiva, "Stanze come questa", e poi subito dopo "Estetica", e via così. Hegel, il punto definitivo, poi la perfezione ancora oggi intatta di Don Giovanni (probabilmente il grande capolavoro di Battisti, si potrebbe stare ore a parlarne), l'eleganza dell'Apparenza, il pop autentico de La sposa occidentale (probabilmente l'album che ho più consumato nella vita, basta il ritornello di "Potrebbe essere sera" per mettere a tacere chiunque sosteneva che Battisti avesse prosciugato la sua vena melodica), e le sperimentazioni ritmiche di C.S.A.R. (di cui mi diverte sempre far ascoltare i primi 30 secondi della title track chiedendo di indovinare di chi si tratta, le risposte passano dai chemical brothers a un remix dei depeche mode), 5 album a loro modo perfetti.

    Certo, Ancora tu, Innocenti evasioni, E penso a te, Perchè no, tutte splendide, ma quel ragazzo là che ascoltava Battisti-Panella e rifiutava Battisti-Mogol, ho capito cosa voleva dire…

    (Dio mio quanto ci manca Battisti)

  9. *Io lo dico sempre che i miei commentatori sono i migliori del mondo. Utilizzerò questo post come fonte per la mia prossima ventura tesi per la cattedra di Teorie e pratiche di Lucio Battisti.

  10. Qualche giorno fa ho sentito per caso "Windsurf Winsurf" dall'album "E già" ed è diventata la mia CANZONE PREFE (cit.)
    Invece ho un grosso problema con Anima Latina: dove mi giro c'è gente che dice: bellissimo/fantastico/capolavoro!!!!!!!!!1!!1 ma a me proprio non piace…
     

  11. Continuo la mia navigatione nel tuo blog… questo post: IO AMO LUCIO BATTISTI!!
    Mi fa pensare a mio padre-le domeniche di tanti anni fa lo ascoltavo con lui-i falò sulla spiaggia-il mio canto libero di un amore struggente-voglio anna (cazzi miei!!)-mi ritorni in mente tu sempre e solo tu-anche per te al vento avrebbe detto sì-l’auto che partiva e dietro lei che rincorreva inutilmente noi-il veliero va (ma dova cazzo va?)-insieme a te sto bene-ma che ne sai di un ragazzo che ti amava che parlava e niente sapeva eppur quel che diceva…. Insomma…
    Quando è morto non sapevo ancora che avrei in seguito pianto il mio cantastorie personale…
    Non c’è una preferita, lo amo tutto e per sempre.

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