Come si fanno le primarie (e i dibattiti televisivi) in un Paese serio

Proprio oggi Gilioli sognava un Partito Democratico diverso, un Partito Democratico come forse non sarà mai: primarie, programmi, candidato premier, eccetera.

candidatMentre scrivo, su France 2, primo canale pubblico, è in corso il dibattito tra i sei -sei- candidati alle primarie della gauche in vista delle presidenziali del 2012. Niente centri e centrini, niente tratti e trattini, solo gauche: cinque candidati socialisti e uno radicale. Tra essi la rediviva Ségolène Royal, la Gualtiera Veltrona di Francia, che si ripropone dopo cinque anni malgrado la popolarità in picchiata. E poi i due favoriti alla vittoria: François Hollande (tra l’altro ex marito di Royal) e la première secrétaire del partito Martine Aubry (in questo momento si è autosospesa. Non sarebbe corretto candidarsi alle primarie e contemporaneamente guidare il partito, no). Le primarie si terranno il 9 ottobre, il ballottaggio una settimana dopo. (Hollande finora è in testa a tutti i sondaggi, questo blog endorsa Aubry).

Lo schema televisivo è il seguente:
* Un minuto per vincere: i sei candidati sono in piedi, schierati uno fianco all’altro (sembrano i concorrenti di Weakest Link) e hanno un minuto di tempo ciascuno per spiegare il *senso* della propria candidatura. Un minuto vero, non un minuto finto.

* L’esame orale: un candidato alla volta si sottopone alle domande del conduttore (giornalista del tg) e di due giornalisti. Può parlare per dieci minuti. Dieci minuti veri, non uno di più, non uno di meno. Un Gong segnala la fine del tempo. Sono tutti seduti attorno a un tavolo. (Il tavolo è una vera e propria categoria esistenzial-televisiva di Francia) (Il loro tavolo è la nostra poltrona). Dopo la domanda, ogni candidato ha a disposizione la Carte Blanche, cioè parlare di n’importe quoi. Sì, avete capito bene, i politici qua portano l’ARGOMENTO A PIACERE (Geniale: così capisci se uno è davvero bravo o meno. Il primo che parla male dei francesi lo fucilo).

* Tous ensemble: di nuovo in piedi, tutti schierati. Dibattito light, con il conduttore che pone quesiti a questo o a quel candidato. Nessuno parla addosso a nessuno. Nessuno urla. Ogni candidato aspetta che l’altro finisca di parlare. Il pubblico in sala non applaude né ride né sghignazza né spetazza né sputazza. Però c’è. Ascolta. Un contatore tiene il tempo delle risposte, così nessuno esonda.

Da un paio d’ore dunque, in prima serata, si stanno discutendo programmi, idee, proposte, visioni del mondo. Visioni simili (stanno tutti dalla stessa parte), che però prevedono soluzioni diverse per le varie questioni, su tutte quella economica. Ah, non si parla di buttane. Il dibattito è serio, un po’ ingessato. I candidati infatti sono molto preoccupati e si rivolgono a cuore aperto ai francesi. Sono tutti concordi nel dire che la situazione è critica e che è necessario cambiare marcia. Dice che il quinquennio sarkoziano è stato terribile e ha messo la Grande Francia in ginocchio. Beati loro. 

9 Replies to “Come si fanno le primarie (e i dibattiti televisivi) in un Paese serio”

  1. Sì, capisco il concetto. Ma, se parliamo di primarie, direi che tutto sommato noi non siamo così conciati. Diverso il discorso sui dibattiti televisivi. Tuttavia la tv franzosa pullula anche di scontri tra esponenti xenofobi e socialisti, che non hanno niente da invidiare a Borghezio vs. tutti. Nelle ultime regionali i lepennini hanno pigliato fino al 20% in alcune zone. Quindi non è detto che tra un po' non cambi tutto in peggio anche lì. Mentre la descrizione del dibattito che hai fatto, mi ricorda più un eliminatoria per un talent, che un dibattito politico.

    P.   

  2. Concordo con l'osservazione sui lepennini, ma loro hanno la dinastia Le Pen, noi abbiamo la dinastia Bossi, e non so cosa sia peggio (almeno Le Pen non è al governo). E già solo per non avere la malattia centrista (anche se, Bayrou) andrebbero presi a esempio. Che poi i suoi bei casini alle ultime presidenziali il partito socialista francese li ha combinati eccome. Ma il fatto che considerino con tanta gravità il quinquennio sarkoziano mi fa sorridere di fronte all'atteggiamento dei "nostri" nei confronti del ben più deleterio ventennio berlusconiano. Insomma, prendere a esempio (per i talk show non so, insomma, a noi se non si fa un po' di caciara nun ce piace, diciamo la verità).

  3. *P: vabbè, ma la descrizione era volutamente per dare il senso del quiz e del "ne rimarrà solo uno". Sono pronto a scommettere che no, non cambierà in peggio anche qui 😀

    *Ryuko: piccolo particolare che i LePen al governo non ci sono mai arrivati. Quando c'è stata questa ipotesi la Francia repubblicana si è chiusa a riccio per espellere il virus. Beh, c'è caciara e caciara 🙂

    *Yet: anche 2h15, se è per quello. Ma godibili.

  4. @TFM, sì, ma in un certo senso, perdonami, ma è la filosofia forzitaliota in azione. Che ai candidati fa fare le selezioni in base alla videogenicità e ai tempi televisivi. Rischia di saltar fuori il personaggio. Dici che lì non sarà peggio perché sennò te tocca de tornà qui 😉

    P     

  5. P: Forse nel post mi sono espresso male. Il senso di questa serata evento era proprio l'opposto: hanno parlato solo di programmi e visioni del mondo e soluzioni politiche. Non sarà certamente il programma di ieri a fare la selezione. La selezione la fanno in altro modo, entrando nei discorsi e nei dibattiti, senza mai andare in televisione. La televisione francese non ospita mai i politici. Giusto i telegiornali, ma solo l'essenziale. A conferma che la telegenia non c'entra nulla: i due candidati che molto probabilmente si sfideranno al ballottaggio sono Hollande e Aubry. Lei è grassa e ha due occhiaie perenni da fare spavento. Lui è dimagrito trenta chili e sembra una pera rinsecchita. Dimmi tu 🙂
    (Non sarà peggio perché hanno gli anticorpi democratici)

  6. be', non dirmi che una balena con le occhiaie e una pera rinsecchita non sono due personaggi 😉

    P.

  7. Rispondo dicendo che dopo cena c'era Peter Schneider ospite dalla Gruber che si chiedeva com'è che noi avessimo una tv così mal messa e il vice direttore de il Foglio che gli diceva ma come ma dove ma cosa dice di cosa dovremmo vergognarci noi?
    Poi, siccome son masochista, mi sto guardano lo speciale di Paragone con Salvini che legge quel che gli scrivono su Facebook, Sallusti e Di Pietro che se le suonano (manca solo il gong) a suon di assegni sventolati e lei è un buffone! Lei è un buffone! E una parolaccia via l'altra.

    Direi che ci siamo.

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