“Nel marzo del 1942 al casello arrivò Nino Zarcuto, trentino*, beddro picciotto, àvuto, capilli e occhi nìvuri come l’inca”

Ho sempre avuto parecchi problemi con i libri di Andrea Camilleri. In sintesi: quella lingua inventata, quel siciliano trascritto dall’originale, dal suono proprio, con quei ritorni improvvisi all’italiano, e alle relative costruzioni, ecco quella roba lì mai mi calò (Lo ammetto, sono  il classico siciliano diffidente).

L’altro giorno, per una di quelle coincidenze davvero imperscrutabili (ho ordinato il libro su amazon ed è arrivato chez moi), ho letto Il casellante. Ho superato la resistenza iniziale, quel fastidio che già in passato mi aveva spinto a bollare come Non Per Me i libri di Montalbano, e poi, d’incanto, mi sono trovato in un luogo dove raramente mi portano: una storia che doveva essere raccontata. La storia di Nino Zarcuto e di sua moglie Minica, fatti, cose, tragedie, guerre, fascismi, violenze, ma sempre con una levità di fondo che non ha bisogno di troppi aggettivi o avverbi. Una storia che c’era e che Camilleri ha semplicemente trascritto, riuscendo in ciò che solo quelli davvero bravi: far sembrare facile una cosa oggettivamente complicata.

*Ovviamente trentino vuol dire l’età: trentino, quarantino, cinquantino, cose così.

12 Replies to ““Nel marzo del 1942 al casello arrivò Nino Zarcuto, trentino*, beddro picciotto, àvuto, capilli e occhi nìvuri come l’inca””

  1. ho appena chiesto a mio marito, fedele lettore di Camilleri, e proprio questo non ce l'ha
    credo che non tarderà a procurarselo
    ciao

  2. montalbano e' la parte commerciale, ma altri libri di Camilleri come "il re di Girgenti" o "il birraio di Preston" sono davvero ben scritti.

    Poi la parte commerciale serve a rendere tutto piu' fruibile: Camilleri dice che i libri di Montalbano non erano fatti apposta per la tv, ma, essendo lui uno sceneggiatore sapeva cosa li rende facilmente trasponibili.

    Insomma a parer mio e' quella la bravura dello scrittore.

  3. Mi sono sempre chiesto il perché della diffidenza verso Camilleri in specie tra i suoi conterranei.

    P.

  4. A questa cosa della lingua vista da un conterraneo non avevo mai pensato, ma posso capirla. Camilleri mi piace molto, è uno di quegli scrittori che sono contenta si legga tantissimo. Magari i romanzi "commerciali" italiani fossero tutti come i suoi. Questo qui mi manca, me lo segno.

    (E questo tuo post mi ha fatto venire un'idea libresca che devo assolutamente dirti, appena la metabolizzo.)

  5. su questa scia ti consiglio "la stagione della caccia", con un profumo di sicilia che non ti dico…Una tua conterranea 😉

    sbc

  6. Ché un trentino di Trento che si chiama Nino Zarcuto, in effetti… 🙂

    Una volta trovai un Camilleri (il campo del vasaio) da Boulinier, nello scatolone dei libri italiani e spagnoli, che di solito contiene roba improbabilissima: non un grande romanzo, ma comprare un Montalbano usato a Parigi a 1 euro e 50 fu una grande soddisfazione.

  7. Il mio primo Camilleri (La forma dell'acqua) era in regalo con un detersivo. Ci misi tre estati a leggerlo, nel senso che la prima e la seconda estate  mi fermai alla prima pagina, operché non capivo come mai uno spiasse a un altro e poi gli chiedesse una cosa. Mah.
    La terza estate andai oltre la prima pagina e in due ore me lo fumai.
    Li ho tutti, ora, Montalbano e mica Montalbano.
    E visto che non guardo Tv, mi sono comprata (allegati a giornali improbabili che andavano dall'unità e Sorrisi e Canzoni) tutti i film di Montalbano, che guardo e riguardo con enooorme soddisfazione 🙂
    Perché saranno pur commerciali, ma Camilleri è  uno dei pochissimi (unico?) che sceneggia una storia senza farla sembrare, dalla seconda inquadratura, una sceneggiatura italiana (sai quella storia che dopo tre fotogrammi ti accorgi che stai guardando un filmetto fatto in Italia?).

  8. in effetti dice che Montalbano e Coliandro li stravendiamo all'estero, e poi alla Rai fanno tanto i pulciosi! Per dire, le ulitme due puntate della quarta serie diColiandor, visto che le hanno girate, le potevano pure mandare in onda!
    Ilaria

  9. *Yet: la vostra casa me la immagina zeppa di libri, bravi

    *Falloppio: Girgenti me lo consigliarono anni fa ma fu vittima di insano ostracismo, ora toccherà purificarmi da quella colpa

    *P: semplice, non è siciliano e gli "altri" pensano che lo sia. Ma non è certo responsabilità di Camilleri. Lui scrive come gli viene meglio.

    *Valu: metabolizza!

    *Sbc: grazie mille per il consiglio

    *Arco: insomma, devo farci un salto

    *Prof: eh sì, ho presente un pochetto 😀

    *Ilaria: eh la Rai per contratto non deve smentirsi

  10. Camilleri l'ho scoperto il primo anno di università, grazie a mio padre che da tempo lo leggeva, lessi 8 libri in un mese e da allora non l'ho più mollato!
    Non sarà siciliano (leggendo il tuo commento avevo capito che Camilleri non era siciliano, ho avuto un attimo di smarrimento!), però ha fatto avvicinare a questa specie di siciliano un sacco di persone, che ormai sanno che trentino vuol dire trentenne 😀
    E poi oh, mica tutti i molisani dicono "che c'azzecca", queste cose ce le dobbiamo sorbire un po' tutti 🙂

  11. Tra l'altro io mi sono momentaneamente fidanzata con uno che dice che da grande vuole fare "il Commissario Montalbano"… vedi te!

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