Midnight in Paris: Woody Allen spiazza i francesi che, a denti stretti, devono ricredersi

MinuitIeri sera cerimonia d’apertura del festival di Cannes. Tra un acciaccato Bernardo Bertolucci e una tremebonda Melanie Laurent, proiettato fuori concorso Midnight in Paris (Minuit à Paris), film numero 45 (42? 43? 44?) di un certo Allen Stewart Konigsberg in arte Woody Allen.

C’è da dire che i francesi lo aspettavano al varco con i fucili puntati, questo film che va a inserirsi nel discutibile filone “Allen Planet” (ieri Londra e Barcellona, oggi Parigi, domani Roma). Le prime foto sul set, il trailer, la presenza di Carla Bruni, persona non esattamente gradita chez opinione pubblica: ci si aspettava il peggio. E il peggio non c’è stato, anzi.

Allen ha preso gli stereotipi, i clichés e i pericoli annessi, e li ha aggirati realizzando un film a tratti esile ma godibile, una classica commedia romantica in cui il solito Allen, a parte alcuni guizzi, scompare completamente lasciando il posto all’unica indiscussa protagonista: Parigi. Facilmente si potrebbe parlare di omaggio alla città più romantica del mondo et bla bla, ma Midnight in Paris non è solo questo. È anche un viaggio nella storia di una città da sogno, nella nostalgia e nella meraviglia (di più non dico: non sarò certo io a rovinarvi la sorpresa).
Cast:

A parte le tragiche eccezioni di Rachel McAdams (la copia sbiaditissima di Scarlett Johansson) e di Carla Bruni, che riesce a rovinare le uniche tre scene in cui “recita”, il cast funziona molto bene, tra protagonisti e guest-stars: Owen Wilson, Marion Cotillard (una Giovanna Mezzogiorno sedata), Adrien Brody, Kathy Bates, Michael Sheen. Occhio a Léa Seydoux: ha un piccolo ruolo, ma quando entra in scena si accende la luce. Farà strada.
Per il resto, Allen porta a casa una regia senza infamia e senza lode, tra abbondanti scorci del quinto arrondissement, la pioggia che rende la città così magica, una colonna sonora di gran classe e una leggerezza di fondo che ben si intona con l‘allure generale dei luoghi e dei motivi ritratti.

Dunque Woody Allen rispetta Parigi e viceversa. Midnight in Paris (che in Italia uscirà a dicembre 2011) non rimarrà nella storia, ma almeno ha dimostrato che questo signore ha ancora cose da dire. Archiviata Parigi, che già gli sembra molto lontana, Allen sta preparando il film “italiano”, le cui riprese inizieranno ad agosto a Roma. Nel cast ci saranno, tra gli altri, Jesse Eisenberg, Ellen Page, Alec Baldwin, Penélope Cruz e Roberto Benigni. Sarà un film di quelli che fanno “ridere”.
In un’intervista recente, rispondendo a una domanda sulla sua iperattività, ha così risposto: “Non mi sembra poi così compulsiva. La vedo piuttosto come un piacevole passatempo, un modo per rilassarmi. C’è chi si occupa di collages, chi fa le parole crociate, chi disegna: io mi invento delle sceneggiature”.

Come si fa a non parteggiare per una persona del genere, a prescindere proprio?

7 Replies to “Midnight in Paris: Woody Allen spiazza i francesi che, a denti stretti, devono ricredersi”

  1. Secondo me Allen vince sempre anche quando perde anche quando fa quei film che le genti dicono "mmmhh…bah…." e altre parole che non si dicono ma si scrivono quando si devono descrivere queste situazioni di persone che sono indecise su quale modo scegliere per denigrare qualcuno/qualcosa. E vince perchè fa quello che vuole (o almeno io immagino faccia così), scrive e dirige cosa e chi gli pare, se è vero quello che si dice non strapaga gli attori che altrove prendono camioncini di milioni di dollar, vanno da lui e dicono "woody eccomi qui…per me va bene anche un panepanelle o quello che c'è", e soprattutto e uno che quando è il momento in cui "perde" fa spallucce e se ne va a suonare il clarino (evito la parte in cui si dice banalmente che è un signor regista/scrittore/attoredisestesso e co.).
    E se è riuscito a fare un film dignitoso con un titolo che è un clichè dentro un clichè dentro un luogo comune avvolto in un foglio di retorica allora "cappello" (in francese scrivilo tu che non mi ricordo come finisce la parola…io il francese lo improvviso e non l'ho mai studiato).
    Finisco con la domanda che tutti ti vorrebbero fare anche con quel pizzico di lieve antipatia nei tuoi confronti (benevola si intende) ma tu l'hai visto a Cannes? o è già uscito lì nella Villa Luminosa dove vivi?
    Michele

    p.s. metto qui un piccolo commento sul post Impastato, e io ero seduto sempre accanto a Heleonor (siamo seduti sempre accanto anche se i tempi dell'università sono lontani) prima campeggiatori di Tecnica Pubblicitaria a  Pzza Florio, poi nomadi fra le mille sedi nella nostra versione Scienziati della Comunicazione, quanti ricordi ci hai riportato alla memoria, fai conto che abbiamo oltre a Sociologia anche Metodologia, quindi doppia bile. Ci saremo incrociati chissà quante volte ma siccome di TFM non ci sono immagini (neanche una sbiadita come quella che girava di Salinger ai tempi della sua autoesiliazione) non posso esserne certo.

  2. *Michele: sono molto d'accorso specie sul "pane e panelle". Se ti chiama Woody e fai l'attore accetti. Comunque sì, con quel titolo e con quei toni è riuscito a fare un film molto più che dignitoso. A tratti delizioso. Ma da vedere in lingua originale, che si parlano tre lingue diverse e con diversi accenti.
    No, purtroppo non l'ho visto a Cannes. È già uscito a Parigi. Con quel titolo 🙂

    P.s. mamma mia, Tecnica pubblicitari, quanti ricordi pure a me. Sì, è probabile che ci siamo incrociati, anche perché a Palermo, come tutti noi palermitani ben sappiamo, alla fine della fiera ci conosciamo tutti 🙂

  3. Ma voglio dire, avrei un budget di 1500€, non è che viene a girare un film anche a Belgioioso? posso mettere dentro Stefania Rocca e la cugina della Canalis..

  4. Marion Cotillard come Mezzogiorno sedata è splendido!
    Certo che noi siamo sempre sul pezzo eh… sempre gli ultimi a vedere le cose…

    Noodles

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *