Leggendo “Un Luogo incerto” di Fred Vargas ho scoperto che io e il commissario Adamsberg abbiamo una cosa in comune

Abitiamo nello stesso arrondissement. Che poi è anche lo stesso arrondissement del commissariato. Insomma, casa e putìa.
D’ora in poi tocca tenere gli occhi aperti. Sia mai che inciampo in qualcuno che spala nuvole o in un qualche donnone di cento chili più veloce di una gazzella.

Un luogo incerto. Iniziato a Sorrento lo scorso agosto, continuato a Roma qualche giorno dopo. Interrotto che non tenevo la testa. Ricominciato da capo a Parigi, letto per la maggior parte in aeroporto il giorno delle 21 ore, finito a Palermo.

(Poi uno dice).

Questa donna che si fa chiamare Fred. Fred Vargàs. Ha il raro dono di far sembrare semplici le cose complicate. Semplici, non banali (c’è una gran bella differenza, e questa frase lo dimostra). Cosa volere di più da chi scrive gialli? La credibilità? Check, un enorme check a forma di Frad Vargas.

Un luogo incerto. Parigi, una spruzzatina di Londra e qualcosa in più di Serbia. L’assassino stavolta si sgama presto. Ma vuol dire poco. Quel colpo di scena lì, infatti.

Un luogo incerto. E con questo direi che ho quasi finito l’album di figurine del commissario Adamsberg. Proprio in queste ore poltrone sto appiccicando l’ultima: Les quatre fleuves, fumetto della premiata ditta Vargas/Baudoin che a un certo punto toh chi si rivede! Adamsberg e Danglard!

E adesso? Adesso ricomincio con gli Evangelisti. E poi ricomincio con Jean-Baptiste. E poi di nuovo. E poi li leggerò in francese. E poi in inglese. E poi mi compro gli e-book. E poi ricomincio il giro. Per sempre. Fred, tanti anni fa m’hai fatto la malìa e non voglio uscirne mai.

Intanto.

“Adamsberg aveva ragione di preoccuparsi per la coabitazione del gatto e del cane: anche se l’enorme e apatico gatto maschio che viveva all’Anticrimine non era fatto per l’azione, spalmato com’era sul coperchio tiepido di una fotocopiatrice. Tre volte al giorno, a turno, gli agenti dell’Anticrimine – prioritariamente Retancourt, Danglard e Mercadet, sensibilissimo all’iperinsonnia del gatto – dovevano trasportare l’animale di undici chili fino alla ciotola e rimanere lì mentre mangiava. Ecco perché, alla fine, avevano portato una sedia, in modo da poter continuare il loro lavoro senza innervosirsi né mettere fretta al gatto.
L’attrezzatura era sistemata vicino alla stanzetta del distributore di bevande, e così capitava che uomini, donne e animale si dissetassero insieme. Avvertito di questa deriva, il commissario capo Brézillon aveva disposto, su carta intestata, l’immediato allontanamento del felino. Prima della sua ispezione semestrale – che mirava sostanzialmente a rompere le scatole, visti gli indiscutibili risultati dell’Anticrimine – venivano tolti di mezzo in fretta e furia i cuscini che servivano da giaciglio a Mercadet, le riviste di ittiologia di Voisenet, le bottiglie e i dizionari di greco di Danglard, le riviste pornografiche di Noel, i viveri di Froissy, la lettiera e la ciotola del gatto, gli oli essenziali di Kernokian, il walkman di Maurel, le sigarette di Retancourt, in modo da rendere i luoghi perfettamente operativi e invivibili.
In quella fase di epurazione, solo il gatto rappresentava un problema, miagolando terribilmente non appena tentavano di chiuderlo in un armadio. Perciò un agente lo portava nel cortile posteriore e aspettava dentro un’auto che Brézillon se ne andasse. Adamsberg si era anticipatamente rifiutato di far sparire i due grandi palchi di cervo appoggiati sul pavimento del suo ufficio, sostenendo che erano l’elemento cardine di un’inchiesta. Con il tempo – i ventotto poliziotti – erano sistemati in quella sede ormai da tre anni -, le procedure di mimetizzazione diventavano ogni volta più lunghe e più ardue. La presenza di Cupido non avrebbe facilitato le cose, ma in linea di principio lui era lì solo provvisoriamente.”

Fred Vargas, Un luogo incerto, pp. 126-127

10 Replies to “Leggendo “Un Luogo incerto” di Fred Vargas ho scoperto che io e il commissario Adamsberg abbiamo una cosa in comune”

  1. Ma Giuseppe "Nasomarrone" Cruciani ha detto che non si deve leggere Fred Vargas perche' e' tipo pro Cesare Battisti e te che fai?! La leggi lo stesso?! Cattivo ragazzaccio.
    Evangelisti ruleggia.
    Io ieri ho passato solo 5 ore prima di capire cosa sarebbe successo al mio aereo, ma le ho dovute passare attento guardandomi intorno per cogliere segnali quindi niente lettura e niente podcast. Due maroni. Stupidi valloni fancazzisti.
    Clem

  2. A me questo manca e sono felice perché mi resta ancora qualcosa da leggere prima di iniziare a fare come te. 
    Anche io in tutte le lingue e in ebook e audiolibro e graphic novel e qualsiasi cosa perché Fred è una droga, la mia droga preferita.

  3. Avevo già scritto di Vargas, ci ritorno sopra oggi, dopo aver finito (purtroppo) “Nei Boschi Eterni”. Che trovo essere di gran lunga il migliore dell’amata Fred, ed uno dei migliori libri che io abbia mai letto (anche se la mia memoria scarsa rende questa affermazione un po’ più debole…).
    In questo libro “nasce” Veyrenc, personaggio incredibile che non vedo l’ora di vedere al cinema (ci vedrei bene Depardieu di 50 kg fa). In proposito, avendo già letto “Un Luogo Incerto” e “La Cavalcata Dei Morti”, per colpa della mia libraia che non mi ha suggerito l’esatto ordine cronologico, ho bruciato uno dei tanti momenti di suspence (o suspanse). E non aggiungo altro…
    Sempre in questo libro, il trionfo di Palla, la migliore performanca gattesca della (mia) letteratura!
    Caro TFM, sarò presto in astinenza anch’io, mi mancano soltanto i tre non (ancora?) tradotti, “Les quatre fleuves”, “Coule la Seine” e “Salut et libertè”.
    A quando il prossimo? Se vivi a Parigi, fai un salto da Fred e le sottrai l’ultimo manoscritto?
    Sergio, alias ranieri 41

  4. *Sergio: intanto grazie per aver rispolverato questo vecchio post. Fa bene guardare le vecchie foto. Ti do una notizia. Les fleuves e Coule la Seine sono già usciti in italiano. Il terzo non so, ma credo di sì. Il prossimo dovrebbe uscire proprio quest’anno, stando ai ritmi vargasiani.

  5. Questo post è senza tempo. Vorrei tanto sperare che dopo il libro che sto leggendo attualmente c’è ne sarà un’altro. I racconti di fred vargas mi mettono di buon umore, sempre!

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