Gente che si “portano il cervello” e gente che no.

c’è una bellissima espressione palermitana che fa: portarsi il cervello.
“mariiiia ‘du cristianu si sta portando ‘u ciriviaddu”: madre santa, quel signore è davvero logorroico!
portarsi il cervello cioè produrre chiacchiere, rumori e altro che ti stordiscono il cervello, fino a “portarselo via”, appunto.
e gli inventori di un siffatto modo di dire ovviamente sono specialisti nei due opposti: il silenzio e la chiacchiera sfinente.

interno aereo, giorno.

appena salito a bordo. cerco il mio posto. 5A. arrivo alla fila 5. il posto A è occupato da una signora. il posto B da un signore. avete presente il padre e la madre di bruno sacchi dei ragazzi della terza C? quelli grassottelli? loro. la signora ha la testa stravaccata all’indietro, la bocca aperta in una smorfia di sofferenza. pare che dorme. il signore ha le braccia conserte. non dorme. mi guarda. lo guardo. ci guardiamo.
mi fa: sta male.
io: ah.

poso lo zaino nella cappelliera. mi siedo nel posto C. il signore si sporge di un millimetro verso di me. un movimento impercettibile.
mi fa: grazie.
io: prego.

noi siciliani, la sintesi.

dopo qualche minuto, mentre la gente continua a sciamare dentro l’aereo, sale a bordo una signorina. la signorina avrà sui 40 anni. è alta circa 1,70. con i tacchi arriverà al 1,85. ha una minigonna come si suol dire vertiginosa. i capelli lunghi lunghi e lisci lisci. le labbra che sembrano un canotto. anzi no, sono un canotto. un viso che non è dato sapere: i trucchi del mestiere.

lo steward le chiede un favore: siccome le cappelliere sono piene non è che potrebbe per caso gentilmente darmi il suo bagaglio a mano che lo mettiamo qui vicin-
lei: ma non ci penso neanche se proprio ci tiene perché non lo chiede a qualcun altro ma io non lo so ma le pare che io adesso siccome sono salita per ultima ma le pare ma cose da pazzi questo paese sta andando a rotoli ma io non lo so questa non è più democraz-
lui: signorina le avevo solo chiesto un favore

che posto potrà mai avere la signorina so tutto io? 5F. insomma lei arriva. c’è un altro cristiano seduto al 5F.
lei si sporge in avanti mostrando le terga all’aereo. dice: scusi signoooore ho l’impressione che lei è seduto al mio posto
il signore: no
lei: no no guardi c’è scritto proprio qui sul bigliettino 5F e lei è seduto proprio al 5F non che ci sia qualcosa di male ma se mi hanno assegnato quel posto qualcosa vorrà dire no?
lui: signorina, io sono seduto al mio posto
da due file più avanti interviene un altro cristiano: guardi che la signorina ha ragione. il 5F è quello del finestrino
la signorina: ha visto che le avevo detto lei non mi credeva ma perché non mi crede mai nessuno quando dico le cos-
lui: va bene facciamo cambio
lei: no no ma va bene se vuole rimanere lì un posto vale l’altro se vuole proprio rimanere al 5F

tutto questo va avanti per cinque minuti. finché si siedono. ricapitolando. al 5A la signora che sta male. al 5B il di lei marito di poche parole. al 5C IO. poi corridoio. al 5D l’usurpatore di posti di signorine, al 5E NESSUNO, al 5F, vicino al finestrino lei, la signorina.
adesso l’aereo può decollare.

l’usurpatore di posto e la signorina fanno amicizia.
lei, porgendo un pacchetto di ciùngam: vuoi?
lui: no grazie
lei: e daaai ma che ti costa, certo che sei proprio cocciuto te eh!
lei scoppia a ridere. ahah. lui pure. ahah. lui comincia a sudare. indossa una giacca e una camicia bianca. accetta la ciùnga dalla signorina.
iniziano a chiacchierare. lei ci tiene a far sapere all’aereo tipo che lavora in uno studio di un commercialista stronzo, che vive sulla trionfale e che sono anni che è andata via da palermo.
lui chiaramente sa che lei gliela darà. basta giocare bene le proprie carte.
l’uomo si leva la giacca. rimane in camicia bianca. fisico asciutto. il punto è che è L’UNICA COSA ASCIUTTA. la camicia bianca infatti è completamente appiccicata alla pelle. tu chiamalo se vuoi, sudore. vistose chiazze di sudore. trattandosi di camicia bianca, potete immaginare. il sudore è talmente sudore che forma proprio delle bolle per tutta la schiena. non è finita. attraverso le bolle si notano come delle venature di nero: I PELI SULLA SCHIENA. quest’uomo ha un maglione di peli sulla schiena. e io li sto vedendo. quest’uomo è il classico TAPPETINO. in tutti i sensi.

lui: allora mi dicevi cara da quanto tempo sei andata via da palermo?
lei: allora dunque se togliamo il periodo che sono stata a napoli e il periodo che sono stata a new york diciamo che sono via da 16 anni e mezzo
lui: io da cinque anni non ne potev-
lei: a volte torno che c’è mia madre mio padre no è morto ma mia madre ogni tanto mi prendo due giorni e torno ma insomma ogni volta che torno non so… questa città mi pare
lui: irredimibile
lei: ?
lui: irredimibile, proprio
lei: ?
lui: già, irredimibile

insomma segue pistolotto su palermo che non cambia che non cambierà come siamo stati bravi ad andarcene ma senza nulla togliere a quelli che sono rimasti.

UN’ORA ININTERROTTA DI CHIACCHIERE. la signorina non smette mai, MAI, tranne per la pausa pipì, in cui lei le sue labbra e la sua minigonna fanno la passerella, la sfilata di moda. la pausa in cui sull’aereo scende un piacevole silenzio: qualcuno ne approfitta per un fugace pisolino. poi la signorina torna: mariiiia quel bagno era così piccolo ma per caso c’è stata una turbolenza no perché non ci crederai ma mentre stavo beh insomma hai capito mentre ero lì l’aereo ha vibrato tutto non ti dico. lui annuisce, sorride sotto i baffi.

atterriamo. l’aereo è ancora in altre manovre ammanovrato.
il signore accanto a me, quello di poche parole, si fa il segno della croce che per fortuna tutto è andato bene, poi sporgendosi verso di me, sempre dello stesso millimetro, mi fa: minchia dà buttanazza si portò il cervello!
io: a cu cciu rici! (non me lo dica!)

poi andiamo verso l’uscita. la signorina sta parlando con l’uomo tappetino. l’uomo tappetino le porge il biglietto da visita. lei: ma che geeentile. poi squilla il cellulare di lei: ciao gianni no sono appena atterrata sì oggi pomeriggio? non lo so ancora… stasera? non lo so ancora… e intanto guarda l’uomo tappetino che fa finta di non morire dalla voglia di portarsela a letto e sta pregando che lei aggiunga: no guarda gianni sono già impegnata.

ma io intanto sono fuori: una mano sugli occhi, il mare, la luce, il sole. palermo.

7 Replies to “Gente che si “portano il cervello” e gente che no.”

  1. mai leggere il tuoi post sugli aerei in ufficio. Impossibile trattenere le risate.

    🙂

    Scogliera a picco

  2. non è finita. attraverso le bolle si notano come delle venature di nero: I PELI SULLA SCHIENA. quest'uomo ha un maglione di peli sulla schiena. e io li sto vedendo.

    Qui mi sono cappottata. Okay, durante tutto il post, ma qui di più. Chissà se Tappetino alla fine ce l'ha fatta, a rimorchiare la buttanazza!

  3. Facciamo che quando finisce Lost tu vai sempre in aereo e racconti?

  4. Elevo vibrata protesta: tu dovevi lasciare il mare, la luce, il sole, persino Palermo, e ti fermavi a sentire come andava a finire tra Cervella e Peli!

  5. *Scogliera: l'importante è non farti licenziare 🙂

    *Poggy: a occhio direi proprio di sì. entrambi ne volevano assai. quindi speriamo per loro: la vita è bella proprio per questi incontri

    *3: affare fatto!

    *Yet: devo darti un dolore. Niente calze.

    *Prof: come dicevo, credo proprio che siano finiti tra le stesse coltri 😉

  6. Ah…. la Sicilia…

    Alla celebre descrizione "Sole, mare e cultura" dovrebbero aggiungerci gli uomini-pelo 🙂

    Alessia

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