Le Pitì Tieffemmin e le rappresaglie con le vecchie parigine: tutti alla lavanderia

Siccome che non trattasi di vacanza e siccome Parigi non è nemmeno tra le mie tre città europee preferite eppure negli ultimi quattro anni ho passato più tempo ici che in tutti gli altri posti del mondo sommati –esclusa la tiburtina, sia chiaro-

insomma ci sono delle incombenze da svolgere, tipo le lavatrici.

Eh già, mancano tante cose, qui a Francia: il bidet e lo sappiamo. Anche l’abitudine alle lavatrici casalinghe. A questo punto mi trovo costretto a concludere che questi hanno qualche problema con il concetto di PULITO E SPORCO, ma andiamo oltre.
Lavanderie pubbliche. Sono quelle cose che mio padre piuttosto che metterci piede preferirebbe rinngare le proprie radici democristiane e mia madre prima si farebbe un pianterello dei suoi, poi mi rinfaccerebbe Ma dove ho sbagliato? Ti ho sempre dato il meglio! Ho sempre comprato il fustino Dixan! Ma poi farebbe una preghierina e si rimboccherebbe le maniche: le cose che vanno fatte, si fanno. Lavanderie pubbliche. Ci trovi lo studente erasmus anglofono, la ragazza alla pari italiana che dà ripetizioni alla sfigata parigina, la chinoise che fa il bucato solo di bianco, il cristiano che parla da solo, le coppie sessantenni pensionate senza un cazzo da fare che piegano le lenzuola come fosse ancora il primo giorno assieme.
Bon.
Tu arrivi, scegli il carico -6 kg 4,20 euro, 7 kg 4,70 e via scorrendo-, tiri fuori la roba sporca dall’universale sacco blu dell’Ikea –elemento distintivo di noi lavadori, il sacco blu dell’Ikea, ci si saluta, senza troppo trasporto, sia chiaro, quando ci si scontra dans la rue- si carica la lavatrice, si prende il detersivo in polvere, si aziona e: bon, si aspetta. Mezzora, quaranta minuti. Dipende. C’è chi aspetta lì come un baccalà. C’è chi va a giro per il quartiere. Tipo io.
Poi però si mette a piovere, piano piano. Fastidio. Io odio la pioggia fina fina –ipocrita!- come ipocriti sono questi francesi. Insomma rientro. Il cestello ancora gira. Mi siedo e prendo a leggere l’inserto de Le Monde –quanto sono verbosi oh!-
Ma dura tre minuti. Un signore con un giaccone tipo scamosciato color giallo ittero terminale decide che è giunto il momento di tirare fuori il suo piumone dalla sua macchina lavatrice. Solo che il programma non è ancora terminato. A parte il fatto che non capisco come si possa aprire l’oblò prima del tempo, insomma sta di fatto che è proprio di fronte a me. Insomma apre e si allaga tutto il locale. Ma lui, preso a parlare con le sue dieci cento mille personalità multiple, non se ne accorge e trascina il piumone verso le macchine asciugatrici –prodigio della scienza!- le quali asciugatrici sono all’esatto opposto del locale. Donc: un casino. Anzi proprio un bordello! Alzo i piedi da terra, come quando ero ancor più pitì di adesso e mia madre passava l’aspirapolvere mentre studiavo –alza i piedi! Urlava e io: sto traducendo erodoto! Piantala!- insomma mi alzo e mi reco verso l’unica zona asciutta, dove ci sono altre tre sedie. In una c’è seduto un nerd epocale, quella al centro in teoria vuota ma in realtà occupata da una borsa da donna, e la terza occupata dal culone enorme di una vecchia bacucca senza capelli e quelli che ci sono tinti dello stesso giallo dello schizoparanoide di cui sopra. Insomma io mi sto facendo beatamente i cazzi moi quando questa vecchia si permette di dire:
-Lalà ici pararà engiambamà
Io: Eh? Scuz mi?
Lei (in francese): levati da mezzo che ti sei messo davanti alla mia lavatrice e mi impalli e non capisco quando finisce il giro.
Io: Vabbè ho capito, vi hanno liberato in massa dal manicomio del quinto arrondismò. Potevate dirlo prima.
Lei: ???
Insomma questione di cose che girano, i cestelli, come le rotelle di questa gente qui.

Venti minuti dopo. Il nerd epocale senègghiuto. Io ho preso la mia roba bagnata e l’ho messa nella asciugatrice, che guarda caso è vicina alla sedia libera, che è vicina alla vecchia culona gallina cafona, che ne occupa due, di sedie, appunto

Vado per sedermi e lei mi fa:

-lalà ici comsì comsà jeunesse catrvàn suasandisnef c’est inaudit!

Io (in anglo-palermitano): cosa fuckin cazzo vuoi testa di cazzo vuota piena di segatura io la scasso la minchia a te? No? E allora tu perché mi devi soffocare l’anima con le tue stronzate?

Lei (In francese): non ti puoi sedere lì che è vicino alla mia asciugatrice che devo usare tra poco e insomma ti devi da levà

Io (tipo DeNiro): ehi stronza sta parlando con me? Stai davvero parlando con me? Cosa vuoi? Non posso stare seduto qui? La Francia è ancora un paese libero, o sono finito nell’universo parallelo di quando eravate pappa e ciccia con i nazisti, eh? E poi, dove mi dovrei mettere? Quel pazzo ha allagato tutto, lì ci sei seduta tu, che sei una stronza, qui c’è la tua borsetta da francese borghese del cazzo insomma che minchia vuoi?

Lei (in francese, sardonica): Tu non parli francese? Parlo con te solo se parli francese ahah.

Io (imperturbabile: francesi mi fate una pippa, anzi un pipe!): tu parli italiano? Parli inglese? No? Problema tuo ahah.
Lei: !

Annichilita.

Segue quarto d’ora buono di rappresaglia incrociata con lei che prende a una a una le lenzuola dal cestello le sbatte per aria a un palmo dal mio naso e poi con snervante cura le adagia nell’asciugatrice o io che mentre lei è girata le apro di nascosto l’asciugatrice bloccando tutto e poi fischietto in ari-

Bon, voi però non ditelo a mia madre e mio padre che uso le lavanderie pubbliche.

15 Replies to “Le Pitì Tieffemmin e le rappresaglie con le vecchie parigine: tutti alla lavanderia”

  1.  mezzora? quaranta minuti? tu indossi solo indumenti delicati e per non più di un’ora di seguito?
    non lo dirò a tua madre ma soffro come se fossi lei
    ciao
    et apprenez parler français, d’abord 

  2. Tutti gli expat dovrebbero scrivere un post sulle lavanderie, è una fase della vita, come il periodo ikea. Io ero di quelli che stava lí davanti terrorizzato che mi potessero rubare i fazzoletti di stoffa e i calzini a mezzagamba (altre rarità).

    BG

  3. Cher Piti’,

    io sto battendo tutti i record mondiali: 2 anni e mezzo di salon lavoir, tutte le settimane 1-2 carichi. Ma ho fatto progressi: mi sono sbarazzata del bustone blu IKEA e ora vado elegantemente a spasso con calzini che sbucano da un graziosissimo carrellino tutto verde, dotato di ruote, di quelli che i pensionati usano per la spesa.

    E tutte le settimane cerco di convincermi che no, non è cosi’ orribile, che fa addirittura figo, e che è bello stare a leggere in un posto caldo caldo e profumato di sapone mentre fuori piove.

    Invece no, non mi sono ancora convinta, è tuttora il momento peggiore della settimana.

    Bisous!

    Playmobil


  4. Ma su, ma su… le lavanderie pubbliche fanno risparmiare energia al mondo, rendendo difficile la vita a chi farebbe una lavatrice al giorno! E poi su, nessuno ruba nelle lavanderie!

  5. "Lalà ici pararà engiambamà"

    secondo me parlano davvero così a francia eh. io l’ho sempre pensato. queli tra una parola e l’altra squittiscono e dicono sillebe a caso accentate.
    ma il punto è: da quando ti sei fatto così scostumato? ciavevi ragione eh, però mon pitì, non lo perdere il garbo!
    estero ti fa male misà.

  6. ma tu sei un grande TFM!!!
    anche io odio le lavatrici automatiche però son troppo comode se le hai vicino casa  e devi lavare e asciugare!!!(specialmente il piumone o le coperte!)
    e abbasso i francesi!!!!

    ralloz

  7. Allora, ammesso che:
    – sei straniero
    – devi fare le lavatrici aggiro
    – ti senti spaesato
    – i francesi in linea generale possono risultare irritanti per noi provincialotti italiotti
    è pur sempre vero che tu te ne sei andato la-bas, ed un po’ di francese dovresti (nel senso di "dovere") pure parlarlo. Un pochino, eh, Quel poco che ti permetta di insultare la signora nella sua lingua la prossima volta.
    Prometti che fai esercizio sulle nasali? Dai, pitì, fa il bravo 😉
    (sennò lo dico alla tieffèmum quando ci fa il cuscus che apri gli oblò delle signore quando vai a fare le lavatrici fuorisede, eh!!!)
    😉

  8. …stai faticando quindi??mi sono persa qualche puntata? e soprattutto…quando ti ritiri a casa? yalla habibi yalla! 
    joujou                                                                                                    

  9. *Yet: eh ma quaranta minuti è il tempo per un lavaggio a 45 gradi. A casa mia ci mette due ore lo so, ma che ci posso fare. E di sicuro vengono una schifezza. E ti dirò: anche senza ammorbidente! 🙂

    *Belg: all’inizio (anni fa) pure io rimanevo, paranoico come sono. Oggi me ne vado a giro anche durante l’asciugatrice che in teoria ci vogliono tre secondi a rubare il rubabile. Evviva i mezzagamba.

    *Play: Ce la possiamo raccontare come ci pare, ma decisamente no, non è un bel momento alla fine del lavaggio quando torni a casa e la morbidezza non è quella giusta. Però almeno si legge molto 🙂

    *Sui: fanno risparmiare energia ma lavano male, sapessi quante volte alla settimana son costretto a tornarci back. Sapessi! Nessuno ruba? Io ho visto con i miei own occhi un parigino sui suasandis che si inguattava un calzino nero che solingo marciva in un angolo della laverie!

    *Viola: l’avessi vista, quaha vecchia! Ti veniva di dire le parolacce pure attè, con garbo ma pure attè. Un giorno te la presento.

    *Ralloz: perché le coperte si lavano? I piumoni sì ma le coperte io non ce la faccio. Cioè le compro all’ikea e poi le regalo, tipo.

    *Virgh: eh no cara mia! Se io mi faccio i cazzi moi e vieni a stuzzicarmi e a rompermi l’anima, pretendi pure di stabilire le regole del gioco, cioè la lingua? Pfui! No!
    Comunque devo fare un sacco di esercizi, ho bisogno di prendere delle vere lezioni di francese, se voglio sostenere una polemica al giorno (almeno) visto che qui è inevitabile, specie se ti chiami Tieffemme e sei polemico 🙂 P.s. io non mi sento affatto spaesato! E non sono nemmeno provincialotto! Io adoro i francesi se si fanno i fatti loro 😀

    *Jou: faticando? NO. Persa puntate? NO. MI ritiro a casa? NO. E non parlare arabo che non so le lingue!

  10. Allora, se vuoi polemizzare l’importante è ripetere la frase magica "vusavepaledruà!", sempre e comunque. Loro fanno cosí.

  11. S-paesato si, nel senso di fuori Paese 😉
    Le regole del gioco le ha decise l’arbritro, ovvero tu puoi scegliere anche il pallone, ma a lei resta il campo, e nel campo ci sei finito tu ti tua spontanea volontè dentro 😉
    Devi fare i tandem, così impari bene e presto e ti ubriachi pure (ah si, l’ultima mi sa ha dell’attrattivo solo per la gente come me;) )
    Bon courage! 🙂

  12. monsceramì, ma quando i franzosi ti chiedono qualcosa, prima di rispondere, bofonchi come loro? no? peccato! sarebbe il primo passo per un ottima padronanza del francese! che li possino, li franzosi…

    quanto ti fermi ancora a franza? è futuribile un salto a belgio? che ci andiamo a mangiare le cose fiamminkie alla faccia dei franzosi con quelle ragazze e playmobil!
    ti pare poco?
    clandestè di terzomellè

  13. Io , io non ho commentato prima perchè io devo fare una confessione…
    nella nuova casa (a italia), io non ho lavatrice e sono dipendente da uqei luoghi del dimonio che sono i washanddry.
    però quello vicino a casa mia ti fa usare il tuo detersivo e le cose non vengono poi malissimo.
    poi io porto la roba e me ne vado.
    di solito non trovo personaggi strani, se vogliamo escludere il bimbo filippino che sabato mi voleva rubare i calzini a righe…
    detto ciò…
    non lo dire alla TFMum, che sennò non nmi invita per il cuscus.

    Bonustrack del commento: ho visto finalmente quasi tutto boris…e in effetti ho pensato a TFM.

    PS: devi tornare, che sta per iniziare la seconda serie dei liceali (:))

  14. *TerzoMell: a ‘sto giro non so se belgio cade, ma il prossimo di sicuro, promesso. voglio cose fiamminghe, sì

    *Pattie: ok, a TFMum non diciamo nulla. Saranno i nostri segreti. Lavanderia a Italia è possibile, allora. Comunque i Liceali2 sono già sul mio HD e sono anche a metà visione (lo passarono su JOI l’estate scorsa), quindi per ora non torno 😀

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