Per non parlare che a Fiumicino dei passeggeri non gliene frega un cazzo a nessuno

Questa mi sa che non l’avevo raccontata. Ve la devo raccontare. C’è sempre questa specie di necessità e di dovere, nel raccontare i fatti, anzi certi fatti.L’aereo atterra alle 2230. Alle 2240 sono già davanti al nastro dei bagagli. Alle 2245 il monitor dice: lo scarico dei bagagli avverrà alle 2315. Ah, la location è il Terminal B di Fiumicino. Ci sono passeggeri provenienti da una decina di voli. Suppergiù siamo un migliaio -forse meno, ma ci sono a lot of giapponesi e loro valgono di più, si sa- tutti spalmati tra i sedili e la noia.

Tutto chiaro? 2245-2315. Si preannuncia una mezzora di attesa.
E invece noh! Alle ore 23 spaccate minuto più minuto meno succede che

(giuro è successo, credici credeteci)
insomma succede che

va via la luce.

Sì. Al Terminal B di Fiumicino alle ore 23 va via la luce. Blackout? Blackout.

Si attivano i generatori di emergenza, ma allo stesso tempo si attivano anche gli allarmi di emergenza. Che sono tanti, gli allarmi di emergenza. E rumorosi. E fastidiosi. Avete presente quando negli anni ’90 si usava mettere gli antifurto alle fiat uno e nel bel mezzo della notte ce n’era sempre uno che suonava? Avete presente quel fastidio? Ecco. Moltiplicatelo per almeno 5, che sono gli allarmi e moltiplicatelo per tutto il tempo che verrà. Immaginatevela come sottofondo -popìpopìpopì- mentre leggete il post, questa moltiplicazione di allarmi all’ennesima potenza -popìpopìpopì-

Passano cinque minuti, dieci minuti. La gente che ci sono anche io cominciamo a camminare nervosamente avanti e indietro. Computer spenti, bagni completamente al buio. Mi spingo fino al distributore di merendine -popìpopìpopì- posto a un centinaio di metri. Spezzo la noia con un kitkat e anche con un tronky già che ci sono. Intanto -popìpopìpopì- sono passati altri cinque minuti. Alcuni giapponesi -popìpopìpopì- cominciano a dare segni di squilibrio. Si portano le mani alle orecchie e cominciano a dondolare, così. Una signora sui sessanta -maybe a little stordita popìpopìpopì- a un certo punto decide di doversene andare. Si avvicina ad una delle uscite dove c’è scritto ONLY Personale Autorizzato e apre la porta. Di solito scatterebbe l’allarme, ma in questo caso non parte e se riparte (cit.) è comunque sovrastato -popìpopìpopì- dalla moltiplicazione di cui sopra. Comunque da una stanza a casaccio spuntano degli omini vestiti da finanzieri e bloccano la signora che viene rispedita al nastro numero -popìpopìpopì- 12. Un uomo ne approfitta e porge ad uno di questi omini finanzieri LA DOMANDA: si può sapere cosa sta succedendo?
Io sono a pochi metri e sento la risposta

la quale risposta del quale finanziere è
“BOH“, proprio così, con le virgolette.

Una signora, smart come me, sente il labiale, mi guarda ci guardiamo mi fa: Siamo in Italia!
Ma infatti!

Insomma com’è come non è alla vigilia di un suicidio di massa -giapponese- e di uno sterminio collettivo -mio- va via il blackout. Torna la luce. Spontaneo si leva un applauso, prima timido poi fragoroso. Minchioni! Babbi! Scemuniti! Ma che cazzo vi applaudite! Piuttosto andiamo a fargli il culo, a ‘sti irresponsabili!
E invece loro applaudono.

Alle 0:10 del giorno dopo, con il mio trolley bluscuro mi avvicino all’omina addetta alle informazioni:
– Scusi, mi sa dire a che ora parte l’ultimo trenino paha citt-
– Eh mi spiace, l’ultimo treno partiva alle 23:36
– Ma c’è stato il blackout! Ha visto, no? Mica è colp- E adesso come cazz-
– Potrebbe vedere un autobus.
– Un autobus. Quale autobus, signorina!
Quelli daha Cotral.
– Ma sono quelli regionali! A che ora è il prossimo, signorina presto me lo dica!
– Ah non lo so di preciso, da oggi è entrato in vigore l’orario estivo, guardi appena esce per di là sulla destra trova gli orar-

Ore 0:42. Una signora delle pulizie butta una cicca per terra. Ahò, e sbrìghete! Urla a una sua collega che si attarda a uscire. Ahò, ammazza che caldo che fa ancora. Dice l’altra. La notte romana. L’estate romana. Dei bus Cotral manco l’ombra. Non si vede una stella in cielo che sia una. Un gruppo di turisti germanici è in fila per due con il resto di zero in attesa dei taxi. Sono seduto sul trolley. Chiudo gli occhi, che ne sarà di me.

P.s. Ora. Io capisco il blackout. Capisco che nessuno dica nulla perché troppo impegnati a gestire l’ahòemergenza. Capisco tutto. Ma ‘sto terminal B ce l’avrà un direttore responsabile, no? Un capoprogetto, un caposceneggiatore, un capo di gabinetto, un gianniletta, insomma uno che spinge i bottoni! Un capo con i controcazzi sai che faceva? Pensava: per colpa del blackout sti stronzi rimangono a piedi, quindi vediamo di organizzare delle navette, delle pagode, dei tricicli! Invece noh! Un cazzo di niente. Che poi, se invece uno va lì e comincia a urlare e a dire lei non sa chi sono io e io vi denuncio a tutti e tutti poi gli vanno dietro allora magari poi da una porta usciva il Capo e diceva: Va bene, si calmi, troviamo una soluzione.

Dilettanti! Burini! Amatriciani!

17 Replies to “Per non parlare che a Fiumicino dei passeggeri non gliene frega un cazzo a nessuno”

  1. Ma poi sei arrivato a casa? Perchè la domanda mia quella è, come fa uno coi mezzi fuori uso e già partiti a tornare a casa.

    Secondo me il blackout è colpa degli svizzeri, come per il bloackout totale di qualche anno fa. A quella scusa non crederò mai e poi mai e poi mai.

  2. Secondo me é il tipico applauso del “dopo-cagamento-di-sotto”…

    Come quello degli aerei quando si atterra. Perché la gente applaude quando un aereo atterra? Non ha senso questa cosa se ci pensi bene.

    La gente applaude perché si é cagata sotto tutto il viaggio e tira un sospiro di sollievo. Applaude per felicità e sollievo. Forse é cosi’, no?

    Comunque anche a me avrebbe fatto girare le palle quell’applauso. Ti sono solidale. Per il resto, trovarsi a piedi senza mezzi e tutto…. mica solo a Roma. Ovunque in Italia é cosi’.

  3. *Fran: batteria tampone! io non avrei mai saputo chiamarla di meglio 😉

    *Ciccio: a parte il fatto che tu a Belgio sei una celebrità e io ho anche visto dei video che ti riguardano -!- sul blackout ti do ragione. Un albero che cade e si abbatte su un cavo. Ma va. Sì poi sono arrivato a casa. Come? Pagando 🙂

    *Manu: cioè, e non è allucinante? Ovunque in Italia a una certa ora o hai qualcuno che ti viene a prendere o hai qualcuno che ti deruba e/o violenta. Oggi risveglio populista 😉

  4. sono sicuro che l’auto daha cotral c’è! l’ho visto in “Nutturno bus” 😀

    (il tuo blog mi censura i commenti..è già il terzo che scriva vuoto! :S)

    (il captcha di oggi è: xej)

  5. *Adedì: tu mi captchatorturi. Splinder è solo leeeeento. Che ci sia, il Notturno, boh forse sì. Ma quando e dove, non lo dicono mica! Tipo captcha al tesoro 🙂

  6. mo’ chi me lo leva dalla testa questo popipopi…?!

    e poi ti volevo chiedere scusa…perche’ io, ascoltando questa tua tragedia, mi son fatta tante risate (sopratutto coi giapponesi dondolanti e la fila col resto di due che se sapesse leggere mia figlia partirebbe a macchinetta coi cualantaquatlogatti)

  7. senti, il problema non é dell’italia che é un paese di sottosviluppati…

    il problema é che alcuni altri paesi sono TROPPO sviluppati…prendiamocela con loro!

    E la prossima volta viaggia senza bagagli in stiva, questi, scusa, ma sono errori da dilettanti..

    stiui

  8. 1= allora è meglio ciampino, che cistanno i Landvisione anche dopo mezzanotte

    2=per quanto riguarda gli applausi rispondo con un una delle mie citazioni preferite quella in cui Guccini de Bergerác dici “il pubblico è ammaestrato e non via fa paura” che tra l’altro è l’assunto su cui si basa “la strategia politica” del nostro presidente del consiglio dei ministri…

    3) evviva l’estate romana di musica e fotografia, piú mia, la piazza amore dimmelo tu cos’è

  9. *Nhu: nel senso che succedono tutte a me? Hai ragione! Sono una calamita che attira i fatti per poi scriverli sul blog 🙂

    *Nuria: se hai riso allora la mia “tragedia” ha avuto un senso! 🙂

    *Stiui: io non imbarco mai la valigia, a costo di comprare il detersivo in polvere appena arrivo a destinazione. Ma stavolta avevo un po’ di liquidi che la rigida e algida e frigida belgicca non mi avrebbe fatto portare a mano. E poi, voglio dire, non avrei scritto il post, non avrò potuto raccontare ai miei nipotini: oh ma lo sai di quella volta che ci fu il nero-fuori a fiumicino?

    *Suibhne: ah bei tempi davvero bei

    *Scogliera: sìsì meglio la Ryan air che siccome sono stranieri loro sanno come funziona e i pulmini *aspettano* i passeggeri anche se fanno ritardo. Tsè. La 3) è una citazione da? Non ho voglia di google 🙂

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