E adesso sarete contenti, ‘amici di sinistra e tutto il resto’ che vi siete astenuti. Grazie, di cuore

oggi è un giorno che rimane. rimane il risveglio post-atomico. macerie, le macerie. mi viene in mente il 1994. avevo 16 anni e andavo alle manifestazioni. a ricreazione, mentre gli altri mangiavano pane e panelle sui motorini, io, quello bravo in greco, parlavo con mauro, il mio amico mauro, il rivoluzionario, il rappresentante di classe e d’istituto, l’eroe di giovani uomini e di giovani donne. ci interrogavamo, davanti ai giornali rossi, sul futuro, sul nostro futuro. eccolo, qui, il futuro. un moto di nausea impazzito che mi sorprende nel cuore e alle spalle dei miei pensieri, mentre dormo, mentre faccio colazione, mentre leggo il giornale, mentre ho vergogna di me stesso, per non aver saputo prevedere, per non aver capito. come quando l’amore all’improvviso smette di rispondere alle telefonate, non si fa più trovare, si nega ovunque, e tu capisci dopo, solo dopo, che tutto era già finito da un pezzo. e rimane solo la porta sbattuta in faccia, e una domanda: dove ho sbagliato. ma senza punto interrogativo. era questo il futuro. il nostro futuro, mauro. adesso lo sappiamo.

oggi è un giorno che rimane.
nelle facce e negli sms increduli. nella rabbia. nel disonore di alcune parole cancellate dal vocabolario del quotidiano. ce la prendiamo con berlusconi e con bossi. con quelli che si vergognano del loro voto. ce la prendiamo con gli ignoranti -incolti! bestie! boscaioli!- assolvendo comunque noi stessi. al limite, ci rimproveriamo di aver ceduto al ricatto del voto utile. ma poi ricominciamo la litania. no, non è possibile. e ce la prendiamo con gli altri. facile. comodo. ma la verità è che il delitto perfetto si è compiuto grazie a noi, alcuni di noi.
qualche giorno fa. a pranzo da una mia amica, carissima amica. di sinistra e tutto il resto. vai in puglia a votare? le chiedo. no, dice lei, non mi rimborsano il biglietto. non ho soldi per andare. mezzora dopo mi chiede: mi accompagni a comprare degli stivali fighissimi? sabato sera. uscita con amici. si parla di elezioni. gente che è venuta dalla francia, dall’inghilterra, gente che domani prenderà aerei anche a costo di sfidare lo spettro di altre macerie tutte personali e irrisolvibili. chiedo ad una mia amica romana: e tu, domani, voti? lei, di sinistra e tutto il resto, mi dice no, non voto, non mi sento rappresentata da nessuno. e poi, anche volendo, ho la carta d’identità scaduta.

oggi è un giorno che rimane. dicevo. ma non per berlusconi che ha vinto. in fin dei conti non se ne era mai andato. rimane perché milioni di noi sono stati cancellati. e la colpa è -anche- di certi pseudo illuminati di ‘sinistra e tutto il resto’, quelli che nel 2001 piansero calde lacrime per carlo giuliani, quelli che nel 2003 scesero in piazza contro la guerra, quelli che ascoltano solo la musica indie-rock-di-tendenza, quelli che won kar-wai è fighissimo, quelli che il circolo degli artisti è la loro seconda casa, quelli che appena sentono ‘ambra jovinelli’ viene loro un orgasmo, quelli che vivono al pigneto, quelli che gli extracomunitari, ma che colpe ne hanno?, quelli che beppe grillo ha ragione, quelli che berlusconi e il conflitto di interessi, quelli che fede ah ah che risate ma quello è un tg?, quelli che ci mancherebbe! i gay e le lesbiche devono avere gli stessi diritti di tutti gli altri!, quelli che ci mancherebbe! ognuno deve decidere della propria vita e della propria morte!, quelli che ci mancherebbe! la 194 non si tocca, quelli che sì, veltroni è succube della chiesa, quelli che no, la falce e il martello dovevano rimanere, quelli che bertinotti fa sempre e comunque il comodo suo, quelli che il precariato è la piaga dei nostri tempi, quelli che vogliamo una casa perché la casa è un diritto, quelli che hanno il blog e mettono i banner contro i mafiosi. tutti questi.

questi che poi non vanno a votare. e dal giorno dopo tornano a lamentarsi producendo il rumore di fondo che ben sappiamo. ebbene. voi, voi di ‘sinistra e tutto il resto’ che siete rimasti a casa perché è tutto un magna magna, perché lo devono capire che così non si va avanti, perché esercito il mio legittimo voto di protesta, ecco voi che avete rinunziato al diritto di voto, da oggi avete qualche diritto in meno, compreso il diritto di romperci i coglioni con le vostre ipocrisie. tacete, per cortesia. la sinistra non entra alla camera per un misero 0,9%. la responsabilità è vostra. sappiatelo. e tenetevi berlusconi. ci vediamo tra un annetto in piazza al fianco di nicky vendola per manifestare contro il ‘nemico’: fasci! xenofobi! omofobi! populisti! razzisti!

P.s A quelle due mie amiche e a tutti gli altri di ‘sinistra e tutto il resto’: adesso che, come dice Michele Serra, siete rimaste a casa a misurare la vostra puzza sotto il naso e avete scoperto che ne avete più di tutti, va meglio? spero di sì. io, intanto sto male. per tanti motivi. e anche perché mi avete costretto a stimarvi di meno.

17 Replies to “E adesso sarete contenti, ‘amici di sinistra e tutto il resto’ che vi siete astenuti. Grazie, di cuore”

  1. non è solo l’astensione che ci ha rovinati nè la faccenda del voto utile. Dobbiamo riconoscere che abbiamo fatto molti errori

  2. Tipo? Fare gli snob del cazzo e le vittime incomprese e le sfrante intellettuali lasciando campo ai preistorici?

  3. Pienamente daccordo.

    Ma il peggio è in Sicilia:Lombardo!!

    Giorgio

  4. la sinistra è extraparlamentare

    e sarà difficilissimo che rientri in parlamento

    non servirebbe allo scopo nemmeno un sistema elettorale su base proporzionale, viste le proporzioni

    l’elettorato attivo è polarizzato, con forte spostamento a destra dei consensi

    amen

    alla prossima

  5. Io non comprendo ancora come tutto ciò sia stato possibile.

    Ma continuo a pensare che alla base di questo scempio ci sia un problema culturale…

  6. Sono andata a votare. Ho votato pd. Ho convinto gente che era necessario. Un mio amico ha spedito la ragazza in Puglia in un folle andataritorno in 24ore – dalla Toscana – per votare. E ciononostante.

    E’ che – a volte, spesso – ci si autosta sui coglioni, da quanto siamo spocchiosamente respingenti. E un sacco di gente, evidentemente, si è sentita meglio accolta altrove.

  7. “Forse qualche lettore troverà che dico delle cose banali. Ma chi è scandalizzato è sempre banale. E io, purtroppo, sono scandalizzato. Resta da vedere se, come tutti coloro che si scandalizzano (la banalità del loro linguaggio lo dimostra), ho torto, oppure se ci sono delle ragioni speciali che giustificano il mio scandalo”.

    Questo è Pasolini, e questa sono io, scandalizzata, incazzata, scandalizzata, preoccupata, scandalizzata. continuerò a parlare, continuerò a scandalizzarmi, nonostante tutto, bisogna continuare a crederci. non sarà un nano a. continuo a urlare forte.

    joujou

  8. cI tengo A sottolineare, ho votato con il naso tappato, cosí tappato che non Mi arrivava il saNgue alla testa – ma mancO a quella di chi ha scriTto sulla scheda del senato in stamPatello grande “provincia Di roma” e in corsivo piccolo “senato della repubblica”!!!

    Ho sbagliato. ho votato PD alla camera, e arcobaleni al senato. I am not PD.

    Convivere con i miei errori. ricordare, o meglio scrivere, solo l’enunciato dell’errore, irreversibile, liberandomi dello stato d’animo dell’errore stesso. giá sto meglio.

    stiui

  9. tfm, cosa aggiungere… hai già detto tutto benissimo. condivido dalla prima all’ultima. ieri sera al cinema a vedere non pensarci – e il titolo era appropriatissimo – ho avuto un mezzo attacco di panico per tutto il nervoso accumulato. e anche io mi porto dietro sta nausea maledetta.

    maledetti radical chic. e maledetti leghisti merdosi.

  10. *Jou: raramente mi son sentito così banale e stupido e inerme. forse nel 1992. forse nel 2001. comunque sulle dita di una mano.

    *Stiui: è che non sei più abituato a questa lingua. buon inizio, stiuissimo.

    *Tutti: stringiamci a coorte?

  11. in veste di Santa joujou da Birraraffo…ego te absolvo, stiui.:)

    joujou

  12. *Stanton: che ho scoperto il tuo nome vero! A parte gli scherzi, il mio essere siciliano si è definitivamente compromesso l’anno scorso, nello scontro CUFFARO-BORSELLINO. Ecco, per me la Sicilia, e la Speranza, sono morte lì. Per cui, brava a dimetterti. Si potesse far davvero.

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