Dal nulla arriva Nananànananà e a me, come al solito, sta venendo un gran mal di testa

Autunno (sulla carta), tempo di uscite discografiche imprescindibili. Accompagnato da una robusta campagna radiofonica (“io ce l’ho in tasca”), è uscito da qualche tempo il nuovo album del bello&bravo&exciuffomunito Luca Carboni. Il primo singolo, che già martella e rimartella le playlist (e non solo) dell’etere, si intitola “Malinconia”. Perché ne parlo, vi starete chiedendo? Che domande: il simpatico Luca, per l’occasione, ha rispolverato il sempre mumifico&fruttuoso “nananànananà” (accendete a casaccio Rds o Rtl e ve ne accorgerete: verso la fine, dopo il doppio ritornello stura-padiglioni aurticolari). Ora, chi di voi (tutti!) abbia un po’ di dimestichezza con la canzone italiana (non siamo forse cresciuti con il mitico karaoke del mitico e futuro premio nobel Fiorello?), sa che il “nananànananà” è una manna dal cielo per cantautori/trici. Fa molto aggregazione, ma che dico, di più, molto di più, fa molto curva della Vita in Diretta (braccia in alto ondeggiate un po’ qua, un po’ là), ma che dico: insomma fa molto effetto. Ma, soprattutto, riempie il vuoto di rime e fantasia, un po’ come lo zucchero filato riempie la pancia (e non solo) dei bimbi. Vuoto che in alcuni casi diventa, che ve lo dico affà, arte. Eh sì, anche i grandi artisti hanno fatto ricorso al nananànananà. Ad esempio:
Lucio Battisti che, a cavallo tra i due decenni più nananànananà della storia, ha saputo conciliare i capelli verderame con emozioni a ogni piè sospinto.
Patty Pravo, la bella&brava&sempre lucida artista a domicilio, per la quale il paradiso doveva ancora arrivare (e anche Villa Certosa).
Ma anche i grandi artisti stranieri hanno fatto ricorso al mitico motivetto: adesso, così, al volo, mi viene in mente Anouk, quella bionda incazzata che non voleva sposarsi con nessuno e che ha fatto due singoli in tutto per poi sparire nel nulla. Ecco, l’altra canzone si chiamava “R u kidding me” (proprio così, “r u”, che fa tanto gggiovane) e dopo un paio di schiamazzi e di calci per aria (tipo pogo, ma con striature pop, che non guasta mai, un pogopop) spunta il nostro immarcescibile nananànananà.

 P.s. Ci sarebbe anche la variante lalalàlalalà, ma devo ancora decidere se abbia la stessa dignità del nananànananà: quest’ultimo mi è sempre apparso, come dire, più corposo e sostanzioso. Il lalàlalàlalà è troppo frivolo. Ma mai dire mai. La vita è tutta un post.

9 Replies to “Dal nulla arriva Nananànananà e a me, come al solito, sta venendo un gran mal di testa”

  1. mi permetto di citare il nanananà più corifico della storia (a mia memoria): Hey Jude, Beatles. Hai visto che non vengo solo da Sakamoto??? é capire dove vado che é più complesso.

    Un bacio…a domani (!!!!) Joujou.

  2. Però in Hey Jude ci sta tutto, ragazzi, dai…

    UAU-in-difesa-dei-Beatles

  3. Ti sei dimenticato di citare il Re dei nànànànà e di altri suoni che servono a sopperire vuoti lirici… hai capito di chi parlo? 🙂

    P.S.

    La citazione nel titolo l’ho colta, quindi sono un tuo “amico perfetto”?

  4. la citazione che tutti hanno capito è quella che ho capito anch’io?!

    ‘NDA’

  5. a me i Beatles piacciono, però il nananananà di Hey Jude l’ho sempre odiato…

    cmq vogliamo parlare del dudududadadà del trottolino amoroso ?

    🙂

  6. beh, e tutti quei “ehh ehehh ehh ehh” cantati da antonacci prima e tramite pausini poi!?

    è cominciata pure giorgicaragiorgi.

    dài che i cartoni di una volta ci sono ancora.

    sarebbe bello essere tutti un po’ come Leonetto. (–> frase cialtrona per dire che le citazioni le si coglie)

  7. J:vai e vieni!

    Stewie: mi sono impegnato (tantissimo), ma non l’ho capita!

    Uau: io son d’accordo con Toso. A me non piace. Però, parliamo sempre dei beatles…

    V: forse ho capito (o forse no…). Sei sull’ottima strada! Pensa tra un po’…

    Nda: penso proprio di sì, mia cara!

    Toso: concordo su hey Jude. Su Minghi e Mietta…

    Dario: io ho sempre sognato di essere come Leonetto!

  8. Mah… io ho sempre adorato quello “svaccamento” orgiastico finale che segue alla compostezza iniziale di quella canzone. Pensa che Hey Jude è la mia preferita, dei Beatles. Sarà grave? Mi ritiro per deliberare…

    UAU

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