Cose di cui non fare a meno

Il tempo è cambiato. Piovve, stanotte. Si preannuncia, forse, un giorno di pioggia. Il caffè sul fuoco. Accendo il televisore della cucina, come ai vecchi tempi (i nuovi tempi sono più austeri, in tal senso. Niente tv, e pasti frugali). Raiuno. Sono, credo, le nove o giù di lì. Lo schermo è diviso in due. Una conduttrice bionda (qualcosa come una passata dalla Casa del GF) interloquisce con un attore con il pizzetto (nell’altro riquadro): trattasi di Andrea Golino (qualcosa come parente, o giù di lì, con la bella&brava&scamarciata Valeria-Golino-), già guest-star di Go-Cart, trampolino di lancio per Maria Monsè (non conosci Maria Monsè? Vergogna, sei proprio un(‘) ignorante). I due stanno facendo una gag. Lo capisco dalla risata insistita di lei e dal tono stralunato di lui. Senso della gag: la macchina del tempo, che trasporta il Golino negli anni ’80 (precisamente ’82) per raccontarci mos&moris di quegli anni, fingendo di non sapere nulla di quel che è avvenuto in seguito. Ad un certo punto, lui: “Sai cosa successe nell’82?” “No” risponde lei intenta a trattenere lo sghignazzo (ci riesce bene, almeno quello). E lui: “Ti dico solo undici nomi. Zoff, Gentile, Cabrini…” Lei: “Mi ricordano qualcosa…” Lui: “Qualcosa che non si ripeterà mai più nella storia!!!” E, infine, la chiosa di lei: “Ehhhh, come hai ragione!!!” Buco nero, l’audio va via, forse il regista ha preferito impiccarsi piuttosto che continuare. Linea al telegiornale. TG1. Appena sveglio.
Passo sul sei. Come quando ero adolescente. La prima scelta assoluta, ah bei tempi. Sobbalzo. E’ in atto un capolavoro noir. In una Tokyo piena di chiaroscuri e di silenzi, un uomo è appoggiato ad una macchina. All’interno una donna, di cui non distinguiamo la sagoma, sta piangendo. Lui sta partendo per un lungo viaggio. “Auguri”, dice lei, “sono contenta per te, davvero”.
“Licia, ma insomma! Lo vuoi capire che io ti amo? Sposiamoci!”
“Oh sì, Mirko. Anch’io ti amo, voglio soltanto sentirti (non starti, ma proprio sentirti) vicino”
E via con la nevicata fosoforescente, che solo le lucciole gialle di LadyOscar e Andrè nella scena più porno dei cartoni di tutta la storia, la battono.
Baby, I love you.
Osservo il caffè spandersi parzialmente e ad ondate nel latte. Spengo.//

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *